Termine con il quale si designa la storia dell'arte figurativa in Firenze dal
XIII sec. al XVII sec. Caratterizzata da un linguaggio nuovo, immediato e
naturale nella resa plastica della figura e dello spazio, la
s.f. trova
la sua espressione e la sua fonte di diffusione in territorio italiano nella
pittura di Giotto e dei suoi discepoli. Nel Quattrocento, l'organizzazione
prospettica, il valore creativo del disegno rappresentano la rivoluzione tecnica
e formale realizzata in architettura da Brunelleschi e Michelozzo, in scultura
da Donatello e in pittura da Masaccio, Beato Angelico, Filippo Lippi e Piero
della Francesca. È nel Rinascimento, nell'armonia delle forme dell'arte
classicistica di Leonardo e Michelangelo che la
s.f. trova il suo massimo
splendore. Dopo l'affermarsi della corrente anticlassica (Rosso, Pontormo), dei
manieristi (Vasari, Cellini, ecc.) e del Barocco (Volterrano) e dopo lo
spostamento del predominio politico e culturale da Firenze a Roma la
s.f.
andò incontro a repentina decadenza.